mercoledì 11 maggio 2011

L' Isola Delle Cooperative

Più passa il tempo, più si nota come nella nostra città si diffondano situazioni di degrado a cui la politica non riesce a trovare o non vuole trovare soluzione. Pertanto succede che non si riesce a dare un volto allo sviluppo economico che non sia quello del polo petrolchimico, e che valorizzi un territorio indubbiamente ricco, ma la cui ricchezza sembra sconosciuta ai suoi abitanti.
Tutto questo potrebbe sembrare frutto di convergenze astrali sfavorevoli. Purtroppo non è così!
Per decenni la nostra classe politica ha gestito il territorio senza la ben che minima previsione urbanistica, basandosi sull’unico strumento pianificatorio ( piano regolatore Marcòn del 1972 ) esistente, come se questo potesse rispondere alle esigenze della nostra città nei secoli dei secoli.
È come se una madre avendo un figlio nell’età della crescita, gli comprasse dei vestiti, e facesse in modo che questi dovessero bastargli per tutto il resto della sua vita. Vi rendete conto di come il bambino crescendo abbia la necessità di vestiti nuovi e più adeguati alla sua statura e ai suoi bisogni. Ed è a quel punto che la madre provvederà a fare gli opportuni rattoppi allungando una manica o richiudendo un buco. Ci rendiamo conto che però la soluzione migliore sarebbe quella di fornire un nuovo guardaroba.
Dalle immagini si nota come il quartiere del monte tauro sia “spalmato”  su un territorio della grandezza quasi pari a quello di Catania, avendo però un popolazione pari se non inferiore a quella della borgata e del centro storico. È evidente che un territorio con una densità abitativa così bassa, ha costi di gestione elevatissimi e rende impossibile garantire servizi adeguati alla popolazione
Ecco questa analogia fotografa perfettamente la situazione di Augusta, che in quarant’anni non ha mai previsto una revisione dell’unico strumento urbanistico, ormai obsoleto, modificando il territorio tramite atti di variante dello stesso, approvando una volta un piano di lottizzazione, un volta la realizzazione di un supermercato, lasciando in questo modo morire il centro storico, e creando un quartiere totalmente inservibile, qual è il monte tauro, assolutamente non a misura d’uomo, frutto del, tanto temuto dai tecnici urbanisti, “sprawl” o dispersione urbana.
Ci sentiamo di poter dire a questo punto che se la situazione resterà tale per Augusta si prospetta un futuro tutt’altro che roseo. Pertanto riteniamo che debba essere redatto al più presto un progetto di piano regolatore generale che risponda in modo congruo alle esigenze della città, e non a quelle di qualche costruttore a cui interessa solamente lucrare su una situazione già drammatica, e che al prg si aggiungano dei piani di attuazione indispensabili come un piano di recupero del centro storico, un piano per gli insediamenti produttivi, ed un piano per l’edilizia economica e popolare.

Questo è quanto noi giovani di Generazione Futuro ci auguriamo, perché Augusta da isola delle palme non diventi l’isola delle cooperative.

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