domenica 1 maggio 2011

Rigassificatore: un arma nella rada di Augusta

Il rigassificatore è un impianto industriale che permette di riportare il gas naturale dallo stato liquido (GNL) allo stato aeriforme, che verrà poi immesso nelle condotte terrestri e portato alle varie utenze.
Gli impianti di rigassificazione possono essere di 3 tipologie: a terra ( come nel caso Priolo-Augusta), oppure in alto mare ( offshore ) o su navi dette FSRU.
L’utilità di un rigassificatore consiste nel fatto di, oltre a poter elaborare ingenti quantità di prodotto che essendo liquido ha un volume ridotto rispetto ad un corrispettivo gassoso; ma il rigassificatore permetterebbe anche ad altri paesi che possiedono giacimenti di gas e che non sono ovviamente collegati al gasdotto, di poter vendere all’Italia il proprio gas, e di contro l’Italia potrebbe acquistare gas a prezzi relativamente più bassi da fornitori che non siano gli stessi  da quelli cui abitualmente compra tramite gasdotto. Inoltre questa struttura porterebbe dopo la sua realizzazione un impiego in termini di occupazione di circa 80 persone.
Da non dimenticare il lauto compenso che questi tizi darebbero per la realizzazione della struttura ai comuni limitrofi ( Augusta, Priolo, Melilli ). 
Il rigassificatore presenta una marea di problemi, che si andrebbero a sommare con i già tanti problemi legati all’industria nel nostro territorio. Come problema principale vi è la conversione da liquido a gas, svolto in appositi espansori e con scambio di calore tra acqua marina e il fluido, e nel momento in cui esso diventa gas risulta altamente infiammabile ( il metano è il maggior costituente ). La fuoriuscita di tale gas produrrebbe, secondo alcuni studi commissionati dal pentagono, un esplosione pari a 55 bombe nucleari Hiroshima ( ovviamente senza radiazioni ), un altro studio commissionato in California, prevede che la nube di fuoco si spanderebbe in un raggio di 55 kmq; a supporto della validità di questi studi vi è il "lauto" compenso che i proprietari (ERG-SHELL) darebbero ai comuni, quindi vuol dire che il pericolo esiste! ( Nessuno da qualcosa per niente!! ) 
In secondo luogo possiam dire che per la realizzazione del rigassificatore occorrerà un “dragaggio dei fondali”, che significa l’asportazione di materiale ( fanghi, sabbia ecc..) dai fondali e smistarli altrove… Sappiamo tutti benissimo in che condizioni si trova il fondale della rada di Augusta…
Come terzo possiamo riallacciarci con il discorso della conversione dallo stato liquido allo stato gassoso… Abbiamo detto che il fluido assorbirà il calore dall’acqua marina, per diventare gas, ma il calore estratto dall’acqua marina fa scendere la temperatura dell’acqua, e quest’acqua poi riversata in mare, con conseguente danno all’ambiente marino ( qualora esista ancora qualche pesce vivo! )…
Possiam concludere con il notevole impatto ambientale di questa struttura, infatti i silos di stoccaggio del gas liquefatto possiedono un altezza paragonabile ad un grattacielo di 17 piani! E certamente non dobbiamo dimenticarci che tale impianto sorgerebbe a ridosso del sito archeologico di mègara hyblea.
La conclusione che noi giovani futuristi di Augusta ci sentiamo dare, non è di totale chiusura sul rigassificatore come strumento di investimento industriale, specie se si tratta di rigassificatori offshore ( costruiti a 35 km di distanza dalla costa ); ma sono di totale e ferrea chiusura su un rigassificatore sul nostro territorio, in quanto già costellato di problemi industriali, e andrebbe contro lo sviluppo alternativo agli stabilimenti industriali proposto dal nostro movimento… Inoltre sarebbe l’ennesima disfatta di un popolo che ha sempre subito le ritorsioni di qualche ricco di turno solo con la promessa di un tozzo di pane…
I Giovani Futuristi di Augusta Non Ci Stanno!!

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