sabato 21 maggio 2011

Nucleare? Ma Anche No! Noi guardiamo alla microgenerazione distribuita...

Il referendum alle porte, induce molti esponenti a organizzare dibattiti sul nucleare. La domanda è sempre la solita..” L’Italia ha bisogno del nucleare?”. Chiaro che no! E’ quello che emerge da un dibattito organizzato dai circoli di Futuro e Libertà e Generazione Futuro a Siracusa giorno 21.5.011, dove Generazione Futuro Augusta ha partecipato…
Sono intervenuti due esponenti di esperienza nel settore energia, dividendosi i ruoli, il primo Giuseppe  Berretta  ha fatto una panoramica, ovviamente semplicistica, del nucleare, il secondo invece Luigi Martines ha improntato la sua esposizione sull’emancipazione energetica e la riflessione sulla microgenerazione distribuita.
In estrema sintesi, il nucleare non di certo aiuterebbe l’Italia ad uscire dalla politica di schiavitù che ci lega ai paesi stranieri per quanto riguarda l’acquisto del combustibile, perché come il gas, come il carbone, come il petrolio, anche l’uranio verrebbe acquistato da paesi stranieri la cui maggior parte versa in condizioni di politica instabile. Quindi in definitiva, la mossa del nucleare di fatto non gioverebbe su questo punto di vista. D’altra parte l’Italia non ha “bisogno” di energia nell’ immediato, in quanto il fabbisogno italiano energetico si attesta da 20 a 60 GW ( tra notte e giorno ) , mentre le centrali nostrane producono una potenza che si attesta all’incirca sui 100 GW, quindi siamo ben lungi dal rimanere senza elettricità. E poi la criticità in cui versa il suolo italiano dal punto di vista sismico, non aiuta di certo dal punto di vista psicologico l’insediamento di centrali nucleari. Inoltre perché costruire nuove centrali che producono scarti cosi pericolosi, che devono essere conservati in maniera scrupolosa per tempi estremamente lunghi ( il tempo di decadimento del combustibile uranio per PWR è di circa 1 milione di anni ) se vi sono altre soluzioni più semplici, quali risparmio energetico, quali rinnovabili… “ Come ultima argomentazione, che noi ragazzi di generazione futuro Augusta aggiungiamo a queste citate nel dibattito, è quella che riguarda il futuro delle scorie. Si capisce bene che fino a quando inquiniamo l’aria siamo noi a pagare direttamente ( con malattie ecc), ma quando noi introduciamo le scorie, che hanno tempi di decadimento lunghissimi , stiamo facendo pagare il prezzo delle nostre azioni anche ai nostri figli e a tutte le generazioni che verranno. Quindi anche se saranno dislocate in posti sicuri, le scorie, andranno continuamente monitorate, per evitare fughe di radioattività. L’uomo ha il dovere di lasciare il pianeta più pulito di come l’ha trovato…”
Dopo questa parentesi d’ufficio, l’argomento s’è spostato sull’occasione delle fonti rinnovabili in Italia, come il solare termodinamico, molto suggestivo e poco affermato in Italia, anche se è nato proprio vicino a noi, a Siracusa, con il grande Archimede! Ahimè progetto che ha avuto però più fortuna in Spagna… Solare termodinamico in soldoni sfrutta la geometria della parabola per convogliare i raggi in uno dei fuochi e riscaldare un fluido termodinamico (Sali fusi) che assorbe calore e lo cede successivamente all’acqua, trasformandola in vapore che produce energia! Neanche l’eolico sembra interessare all’Italia, sviluppato tuttavia localmente. Non ne parliamo di energia dovuta a correnti e maree marine!! Mentre un elogio spetta al settore idroelettrico, il nostro paese pur essendo privo di grandi bacini, ha fatto più del dovuto in questo settore… La geotermia come l’eolico, non desta particolare attenzione all’Italia, nonostante Larderello sia l’esempio di una delle prime fonti energetiche rinnovabili in Italia, costruita circa 100 anni fa, e nonostante il territorio italiano sia favorevole dal punto di vista geotermico… Fonti più fantascientifiche potrebbero adottare i vulcani sottomarini come fonti di calore per produrre energia.

Il testimone poi passa a Martines, il quale, pone al centro dell’attenzione l’emancipazione energetica. Al centro della questione è l’inefficienza della rete energetica italiana, dovuta in primis ad un piano energetico che risale al dopoguerra, e poi per la geometria dell’Italia stessa che essendo allungata e frammentata ha bisogno di una rete elettrica molto vasta per coprire ogni singola utenza.
Il piano energetico del dopoguerra, prevedeva sostanzialmente,  la costruzione rapida di poche centrali elettriche ma di grossa potenza… Per uno sviluppo rapido dopo la guerra tutto ciò è comprensibile, ma adesso a 60 anni dopo la grande guerra lo sviluppo energetico deve essere diverso, non si può immaginare di continuare ad avere una costosissima e lunghissima rete elettrica, che dissipa tantissima potenza attraverso l’effetto Joule. Di certo l’utilizzo di una rete elettrica estremamente lunga, si pensi che l’Italia è collegata anche ai paesi confinanti fino alla Grecia, ridurrebbe rischi di black-out, e soprattutto favorirebbe, qualora di notte le centrali italiane abbiano rendimenti peggiori delle rispettive centrali europee, l’acquisto di energia dai paesi confinanti.  L’ emancipazione energetica va comunque nella direzione di una microgenerazione distribuita, ovvero la costruzione di molteplici centrali di piccola dimensione localizzati immediatamente vicini ai centri urbani, o addirittura in casa! Tutto questo ha una notevole importanza di livello monetario. Attualmente il costo della bolletta è ripartito per il 65% che è l’energia consumata realmente, il 10% che sono tasse, e  il 25% che è il trasporto. Se andiamo su logiche di microgenerazione distribuita, con impianti di produzione di energia direttamente in casa ( es. Cogenerazione ), si risparmia il 25% che è il trasporto, e anche il 5% di accise. Cos’è la cogenerazione? La cogenerazione non è altro che un impianto atto non solo a produrre energia, ma anche, a produrre calore grazie ai gas di scarico che hanno una temperatura allo sbocco elevata. Un impianto a cogenerazione, quindi pone il concetto di riutilizzo dei materiali di scarto, e viene alimentato con gas naturale.

Il dibattito s’è chiuso con il rinnovo della scelta che il partito ha fatto per quanto riguarda il nucleare, quindi un NO per il nucleare, e quindi SI al referendum ( essendo abrogativo ). Ciò non significa che tutti gli iscritti al partito o simpatizzanti debbano votare SI al referendum, come dei burattini. Futuro e Libertà e Generazione Futuro hanno fatto una scelta, ma si lascia comunque sempre libero il cittadino di esprimere la sua opinione, d’altronde il futuro è personale, ognuno vota secondo coscienza.

Il direttivo di Generazione Futuro Augusta 

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